Tra la miriade di cantautori esistenti che intasano la rete pochi riescono a risultare sinceri, pochi riescono a trasmettere l'idea che quello che stanno facendo è un vero bisogno comunicativo e non una semplice posa.
Andrea Casali, in arte Caso è uno di questi.
Bergamasco, cresciuto a pane e punk e attivo negli scorsi anni come batterista di vari gruppi hardcore, nel 2005 decide di cambiare strumento passando dalla batteria alla chitarra acustica mantenendo però lo stesso spirito, quella stessa attitudine tipica di chi proviene dal mondo punk/hardcore.
Dopo l'esordio autoprodotto "Dieci Tracce" ed il successivo "Tutti dicono guardiamo avanti", lo scorso mese è uscito il suo terzo disco "La linea che sta al centro", in CD per l'umbra To Lose La Track e in vinile per la bergamasca CORPOC, anticipato dal bellissimo singolo "Parete Nord".
Nonostante sia più ragionato degli scorsi dischi per quanto riguarda la componente musicale quello che colpisce di questo disco, come dei precedenti, sono, ancora una volta, i testi.
Si va dalla "politica" "Parete Nord", una sorta di manifesto del pensiero dell'autore (da cui si può intuire il suo trascorso da "scenester"), alla disillusione di "Poco Memorabile" passando per l'ironia di "Un anno terribile" un pezzo in cui molti, in questo periodo di crisi economica, si potrebbero rispecchiare, per arrivare infine alla lentezza elettrica di "A pennarello blu".
Insomma, con questo terzo disco Caso si conferma uno dei migliori cantautori che il nostro paese ha da offrirci, un cantautore punk, di quelli che sentono l'urgenza di comunicare il proprio pensiero ad alta voce, senza nessuna posa, senza seguire l'ultima moda, genuinamente, con nient'altro che una chitarra e la propria voce.
Meglio alpinisti improvvisati il sabato sera
che musicisti con strumenti adatti all'alta quota
senza senso d'orientamento
senza un credo
senza dio
senza una bussola
senza un motivo.
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